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Raccolta d'Arte Sacra di San Biagio a Scrofiano Sinalunga

MUSEI

Raccolta d'Arte Sacra di San Biagio a Scrofiano

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RECAPITI E ORARI

Raccolta d'Arte Sacra di San Biagio a Scrofiano
via Collegiata 2 SCROFIANO Sinalunga

Telefono 0577-660083


Biglietto da visita (vCard)


ORARI DI APERTURA E VISITA:
Visita su richiesta
Le tre stanze adiacenti alla sagrestia della Collegiata costituiscono le Sale d’arte sacra e sono state realizzate per il meritorio impegno del parroco attuale, don Mauro Franci: qui sono stati sistemati gli arredi e i parati liturgici della chiesa, ad attestare la particolare e non consueta ricchezza di queste opere accumulatesi nel tempo nella Collegiata e - in parte - provenienti dal soppresso Convento dei Servi di Maria, soppresso al tempo di Pietro Leopoldo.

Nella prima stanza sono esposte le vesti liturgiche e i parati, alcuni dei quali di rilevante cospicuità, tra cui una pianeta in damasco bicolore, verde e giallo, con minuti disegni a motivi vegetali, forse del primo Seicento. Con la stessa tecnica del tessuto bicolore è un coprileggio, appartenente allo stesso periodo della pianeta, mentre di qualità considerevolmente più alta è un velo copricalice a motivi floreali, con armatura di raso rosso e disegno con trame lanciate policrome, dove son presenti motivi esotizzanti. Questo tessuto (del tipo lampasso liseré) può riferirsi alla seconda metà del Seicento. Vicina a questo copricalice per tipologia è una pianeta rossa, anch’essa opera tardoseicentesca o del primo Settecento a grandi fiorami disposti su un ritmo ondulato. Del singolare motivo decorativo detto “bizarre”, ossia trasformazione di elementi naturali in forme quasi astratte, è dotata una pianeta color avorio, databile tra il 1710 e il 1715, mentre un’altra pianeta - ancora con motivi decorativi dello stesso tipo, ma di color giallo - può esser riferita al periodo 1725-1730. Di caratteristiche decorative ispirate a un più spiccato naturalismo è una pianeta dal fondo rosso con grandi elementi floreali e vasi, della metà del Settecento. Un’altra pianeta rossa mostra un’evoluzione verso la rappresentazione più minuta degli elementi vegetali. Ancora una pianeta bianca con motivi vegetali a meandri più minuti, riporta la sua realizzazione agli anni tra il 1770 e il 1780. La regolarizzazione dei meandri floreali presenti in un’ulteriore pianeta, dove spicca un elegante motivo a piccoli fiori, conduce la sua esecuzione all’ultimo quarto del Settecento.

Mentre questi parati possono rappresentare le opere tessili di maggiore importanza conservate nella Sala d’arte della Collegiata di Scrofiano, nella seconda stanza sono visibili gli arredi metallici e lignei che costituiscono - secondo il lessico ormai in uso - il “tesoro” di questa chiesa. Tra questi manufatti, il più venerato è senza dubbio il Reliquiario del dito di San Biagio, in argento sbalzato, databile al 1705, eseguito da un argentiere senese. Di notevole interesse anche una navicella della stessa materia, che presenta in una valva una lunga iscrizione dedicatoria e la data 1643. Questo oggetto si riferisce egualmente a un’esecuzione senese, forse da parte dell’argenterie Dioniso Bartalesi.

Una croce stazionale in argento con piede triangolare, di buona fattura e finemente cesellata nei lobi del braccio trasversale, è datata 1665 e può esser riferita al senese Michelangelo Recchi. Simili tipologie mostra anche una croce astile argentea dell’ultimo quarto del Seicento, lavorata sicuramente da un artefice di Siena. Un turibolo con punzone senese fu donato nel 1678 dal parroco Ignazio Bartalini, che fece anche dono alla Collegiata nel 1686 di una pisside in argento. Di esecuzione tardoseicentesca è invece un calice d’argento con nodo cosiddetto ‘’piriforme’’ e motivi di protomi angeliche nella coppa, nel fusto e nella base: il punzone con la lupa lo indica di manifattura senese. Lo accompagnano altri dieci calici che attestano la dovizia della produzione seicentesca di questo genere di arredi. Anche un secchiello d’argento presenta la data 1694, e rivela la propria origine senese, laddove tre carteglorie riccamente decorate (la maggiore presenta nel fastigio la figura a tre quarti del Santo titolare) recano il punzone con la lupa di Siena e si possono datare al primo quarto del Settecento. Forse all’argentiere senese Giacomo Bonechi si devono quattro reliquiari a ostensorio: uno di essi reca la data 1758 e due il 1766. Da segnalarne la ricca ed elegante decorazione a volute e rocailles.

Del 1730 circa sono un calice dotato di stemma e lavorato con grande accuratezza, nonché un reliquiario ad ostensorio che reca nel fastigio il monogramma dell’Ordine dei Servi di Maria, a documentare la propria provenienza dall’omonimo convento. Essi sono stati riferiti alla manifattura senese dei fratelli Mensini. Del 1757 sono le tre carteglorie in lamina d’argento e legno intagliato e dorato, caratterizzate da ampie volute e dall’effetto di trasparenza del velluto rosso di sfondo attraverso le aperture a giorno degli arredi. Tra i numerosi manufatti in legno intagliato e dorato esposti negli armadi, si segnalano due residenze per il Sacramento, di ricca e scenografica esecuzione, con raggiera e baldacchino, datati rispettivamente 1774 e 1838.

Vari dipinti trovano collocazione alle pareti di questa sala, ma il più importante è senza dubbio una Madonna col Bambino su tavola, che rivela una mano prossima a Duccio di Buoninsegna, veneranda reliquia pittorica medievale della civiltà figurativa senese, che in questa zona ha lasciato un’orma ineludibile per ampiezza di testimonianze e dovizia di presenze.

Nella terza stanza sono stati opportunamente ordinati antichi volumi di proprietà della Collegiata e l’Archivio parrocchiale.

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