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Collegiata di San Biagio a Scrofiano Sinalunga

CHIESE E MONASTERI

Collegiata di San Biagio a Scrofiano

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RECAPITI E ORARI

Collegiata di San Biagio a Scrofiano
Scrofiano Sinalunga



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La Collegiata di S. Biagio risale al secolo XIII, ma venne ricostruita nel 1580 e fu riconsacrata dal vescovo di Pienza Francesco Maria Piccolomini nel 1583. La chiesa ricevette un ulteriore ingrandimento e una pressoché totale ristrutturazione dal 1667 al 1669. La pianta dell’edificio è ad aula rettangolare, provvista di volte a crociera. La zona presbiteriale è rialzata di un gradino che ospita l’altare ricostruito nel 1826 (il prezioso ciborio seicentesco in marmi policromi proviene tuttavia dalla Cattedrale di Pienza) e il ricco coro ligneo del 1717. Dietro di essi si dispiega la singolare tela concava tardoseicentesca con l’episodio di Anania e Zaffira puniti da San Pietro per la loro avidità.

Gli altari monumentali, riferibili all’attività della famiglia Cremoni, di origine ticinese ma molto attiva a Siena sullo scorcio del Seicento, ospitano quasi tutti delle pale di notevole qualità. La prima a destra raffigura l’Immacolata Concezione con quattro santi ed è opera sicura di Domenico Cresti detto il Passignano (1560-1636), fiorentino, dalla pittura composta e diligente, arricchita da umori luministici provenienti dalla cultura figurativa veneziana. Ancora del Passignano è la tela sul secondo altare destro, con una Sacra Conversazione, dove è raffigurato il committente, e - insieme ad altre figure di santi - il titolare della chiesa, Biagio.

Il dipinto al primo altare di sinistra è forse il più suggestivo: una Madonna col Bambino coi santi Lorenzo, Antonio abate, Orsola e un apostolo, sfiorati da una luce morbida capace di esaltare le ricche consistenze materiche delle vesti dei personaggi. L’autore è sconosciuto, ma può ben inserirsi tra i più dotati artisti toscani dello scorcio del Seicento. Una pala di Santi di Tito (1536-1603) è collocata al secondo altare di sinistra: una Lamentazione sul Cristo morto con San Francesco, che, con il recupero del “naturale”, riscopre anche le forme del primo Cinquecento fiorentino. Una tela del primo Ottocento, dovuta a Nicola Monti, raffigurante un Miracolo di San Biagio, conclude la dotazione figurativa più rilevante di questa ornatissima Collegiata.

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